Calcio, ridotta capienza stadi: la Supercoppa rischia il rinvio

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Porte socchiuse, e mentre la Supercoppa italiana rischia il rimborso, la serie A corre ai ripari. Perfino a ritroso. C’e’ infatti anche il ritorno a una capienza ridotta negli stadi – dall’attuale 75 al 50% – nelle misure anti-Covid di fine anno varate dal Governo. E la particolarita’, nel caso, e’ che a differenza di altri provvedimenti validi dal 10 gennaio, questa norma avra’ efficacia immediata, a partire dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Immediato l’effetto: mezza serie A ha bloccato la vendita dei biglietti per le meglio partite, “in attesa di capire” e di rimodulare la disposizione dei posti. Con casi limite come quello di Roma-Juve, big match in programma all’Olimpico il 9 gennaio, e per il quale sono stati gia’ venduti 12 mila biglietti in piu’ della nuova capienza. Resta poi, per i calciatori, il nodo vaccino e green pass: riguarda solo il 2% dei giocatori, quelli non immunizzati, ma con una possibilita’ di ricorsi. E la Lega di serie A ha interrotto la vendita dei posti per Inter-Juve, la Supercoppa in programma il 12 a San Siro. E’, infatti, una ipotesi concreta il rinvio della gara: Juventus e Inter stanno valutando di chiederlo, secondo quanto emerge da ambienti dei due club, in contatto per decidere il da farsi. La decisione della Lega, in caso di richiesta di restituzione, non verra’ comunque presa prima della prossima settimana. La novita’ maggiore riguarda la capienza degli stadi. Nelle settimana scorse, quando si era ventilata l’ipotesi di tamponi necessari per l’ingresso dei tifosi, Vezzali aveva lavorato all’interno dell’esecutivo per allontanare l’ipotesi di una stretta sul numero degli spettatori. Ma l’aumento esponenziale dei contagi sotto Natale ha reso inevitabile la scelta. “In altri paesi europei stadi sono chiusi: noi abbiamo scelto la gradualita’ per l’epidemia senza fermare il Paese – ha spiegato a SkySport Andrea Costa, sottosegretario alla Salute – Altre sezioni in vista? Non credo”. Ma subito la Juve ha annunciato lo stop alla vendita dei tagliandi per la partita col Napoli del 6 gennaio, primo big match della ripresa del campionato, e delle due successive. Stessa decisione per il Napoli, con effetto anche sulla sfida al Barcellona in Europa League, del Bologna in vista dell’Inter, dell’Atalanta per la sfida casalinga al Torino, del club interista per le incluse interne. Caso limite quello della Roma: per la sfida alla Juve del 9 gennaio erano gia’ stati staccati oltre 42 mila tagliandi, tra i quali 20 mila abbonati, ovvero 12 mila in piu’ della nuova capienza prevista. Ora il club giallorosso dovra’ capire come scegliere quali tifosi ‘escludere’ e come rimborsarli: la Curva Sud, tutta esaurita in abbonamenti, dovra’ per di piu’ essere ridistribuita nei posti. In attesa di chiarimenti su come il pubblico anche il Milan, in vista della sfida alla Roma del 6 gennaio. Diverso il capitolo atleti. Il decreto introduce l’obbligo di green pass rafforzato per entrare in palestre, spogliatoi, impianti sportivi per tutti gli atleti, anche di sport di squadra, anche di sport di contatto (questa l’unica novita’ rispetto al previsto). L’Aic, il sindacato calciatori, vanta una cifra record di vaccinati, il 98%, e tre settimane fa, in tempi non sospetti, aveva inviato una lettera a tutti i calciatori invitandoli al booster. Resta una percentuale minima, ma con un alto rischio ricorsi. Senza l’introduzione dell’obbligo vaccinale per gli atleti professionisti ex lege 91, il divieto di accesso sui posti di lavoro puo’ essere impugnato legalmente, sostengono alcuni esperti del mondo del calcio. Ammesso che la decisione di no vax del pallone preferisca intanto rinunciare ad contratto e partite.


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