Nuoto, Pellegrini: “In vasca le mie avversarie le ho odiate tutte”

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 Federica Pellegrini è uscita dall’acqua. Un tuffo nel futuro. Ma con lo sguardo ancora rivolto al passato. La rivisitazione di una carriera del genere è una produzione infinita di domande e risposte. Al suo addio in vasca non c’erano Franziska Van Almsick e Laure Manaudou. Lei racconta alla Gazzetta dello Sport di avere “rimasta male”: “Franziska aveva degli impegni, Laure ho provato a contattarla in tutti i modi ma non mi ha mai risposto. Non siamo mai state rivali dirette, c’era riverenza e sana invidia, il voler diventare come era lei. Poi le storie con Laure si sono intrecciate un po’ di più e sotto diversi aspetti. Agonisticamente le ho odiate tutte. Per me era essenziale: in finale mi faceva reagire in un altro modo. Fino alla gara io odio il mondo. Dopo, amici come prima. All’Olimpiade di Tokyo con la Ledecky fino alla finale non ci siamo mai salutate, poi ci siamo abbracciate”. Per Pellegrini “lo sport purtroppo in Italia c’entra sempre poco, dovrebbe essere il motore trainante della società: è una delle poche cose che funziona”. Ma no, niente politica, per ora: “Non sono fatta per la politica pura, non è semplice. La politica sportiva la posso accettare, quella parlamentare in questo momento no. Io deve essere pronta per fare le cose, devo sentirmi preparata. Se mai avessi un ruolo nello sport devo essere messa lì per meriti, non perché me lo regalano”. ” Io non ne ho mai avuta, neanche quando ero una ragazzina di soli 16 anni. Le mie battaglie le conosco e le conseguenze. A 16 anni litigavo per far convocare il mio allenatore (Di Mito, ndr)”. “Le crisi di panico nascevano dalla pressione – continua – Tante gare un po’ buttate per inesperienza e un po’ per la pressione che ti blocca tutto, il modo di pensare, come nuoti e tutto il resto. Ho imparato sempre di più a gestirla negli anni, ma perché col tempo me ne sono fregata di quello che diceva la gente. Fa tutto parte delle esperienze vissute”. Le crisi di panico nascevano dalla pressione – continua – Tante gare un po’ buttate per inesperienza e un po’ per la pressione che ti blocca tutto, il modo di pensare, come nuoti e tutto il resto. Ho imparato sempre di più a gestirla negli anni, ma perché col tempo me ne sono fregata di quello che diceva la gente. Fa tutto parte delle esperienze vissute”. 


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