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Calcio, quale futuro per i dilettanti?

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Dopo l’approvazione delle linee guida dettate dalla Commissione Medica della FIGC, pare logico porsi alcuni interrogativi sul futuro del calcio dilettantistico

Nulla ancora di definito, è chiaro, ma quanto trapelato negli ultimi giorni dalle sedi istituzionali del mondo del calcio spinge a riflettere sul possibile futuro delle categorie dilettantistiche. Gli sforzi profusi dal Presidente della LND Cosimo Sibilia, dal Ministro Vincenzo Spadafora e da tutti i Comitati Regionali appaiono encomiabili, ma devono necessariamente fare i conti con i possibili scenari. Le indicazioni date dalla Commissione Medica circa la ripresa degli allenamenti sembrano infatti porre dubbi su una possibile ripresa dalla Serie D in giù. Non a caso, gli stessi esperti a cui la Federazione ha inteso affidarsi, hanno previsto sinora una ripartenza scaglionata ma solo per Serie A, Serie B e Serie C.

DIFFICOLTÀ LOGISTICHE ED ECONOMICHE ALLA BASE DI UNO STOP DEFINITIVO?

Sarebbe possibile riprendere gli allenamenti in “modalità ritiro” ed effettuare tutti gli screening sugli atleti richiesti dal protocollo sanitario? Sono questi i principali interrogativi, che potrebbero alimentare una prospettiva di mancata ripartenza del calcio dilettante. Il distanziamento interpersonale è infatti un punto cardine per gli esperti che stanno collaborando con la Federazione per la predisposizione di un vademecum da indirizzare alle società al fine di disciplinarne il ritorno all’attività. Difficile che una indicazione del genere possa essere rispettata da società che, tra i dilettanti, molto spesso non dispongono di centri sportivi in grado di evitare le possibili occasioni di contagio. Diverso il discorso per i club professionistici, che possono, chi più chi meno, ovviare al problema della ricerca di strutture idonee per la ripresa degli allenamenti.


Sarebbero sostenibili, inoltre, dai sodalizi operanti nel calcio dilettante, i costi derivanti dall’acquisto di test molecolari per verificare la positività o meno degli atleti al Coronavirus? Ovviamente, per la maggior parte delle società, no. Ed allora, ecco venire in rilievo anche l’ulteriore problematica della sostenibilità economica della crisi, che deve necessariamente essere garantita ai club dilettantistici. Sul punto, si è già mosso il Presidente della LND Cosimo Sibilia. Il numero uno della Lega Nazionale Dilettanti, anche con l’ausilio del Governo, è infatti riuscito a dirottare un’ingente quantità di fondi dalle Olimpiadi invernali del 2026 al dilettantismo ed allo sport di base. Un’operazione, quest’ultima, senza dubbio meritevole, che servirà a mantenere in vita il calcio dilettante qualunque sia la decisione presa con riguardo a questa stagione.

NODO PROMOZIONI E RETROCESSIONI

Non si potrà certo gettare nel vuoto quanto conquistato sul campo. È per questo che la Lega lavorerà comunque su di una possibile soluzione volta al riconoscimento dei titoli sportivi per la prossima stagione. Sul punto, ovviamente, nessuna indicazione potrebbe essere data sin da ora. Il tema è delicato e verrà data estrema importanza a tutti i risvolti legali derivanti da ogni possibile decisione sul punto. Nulla ancora di ufficiale, dunque, in attesa delle opportune determinazioni della LND e del Governo. La priorità, come sempre, sarà la salute di tutti gli attori coinvolti, motivo per il quale non ci sarà da dubitare sulla bontà del verdetto finale, qualsiasi esso dovesse essere.


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